mercoledì 8 agosto 2007

Intervista a Federico Colpi

Intervista completa:
http://cartoonmag.altervista.org/index.php...id=743&Itemid=1

Eccone uno stralcio:

"5-Quanto impegno richiede un'azienda come la d/visual quando sei alla direzione?

Moltissimo. Il mio socio e io lavoriamo sette giorni su sette e la giornata lavorativa media è di 22~23 ore. Da quando è nata d/visual dormiamo in media tre~quattro ore per notte, ma ancora non basta per fare tutto quello che dovremmo fare. Ci consideriamo molto fortunati ad avere dei compagni di lavoro veramente stupendi, sia a Taiwan che in Italia. Sono l'elemento di d/visual di cui sono più orgoglioso. È estremamente difficile trovare delle persone in gamba - un esempio: finora abbiamo provato circa 60 traduttori, molti dei quali già attivi per altri editori, ma di validi ne abbiamo trovati alla fine solo due.
La parte più pesante del lavoro, soprattutto con l'età, direi che sono gli spostamenti. Da gennaio a maggio di quest'anno ho passato in casa 13 ore, il tempo necessario per tornare dall'aeroporto a casa, farmi la doccia e il bucato, rifare le valigie e tornare in aeroporto. Mi capita spesso di svegliarmi all'improvviso e per qualche minuto non riuscire a capire dove sono fino a quando non accendo la televisione e sento in che lingua parlano... Quando una volta mi è capitato a casa mia sono rimasto particolarmente shoccato.
Poi è estremamente stressante dal punto di vista psicologico trovarsi a difendere gli interessi di varie parti in contrasto tra loro, offrendosi all’opinione pubblica come “bersaglio” o copertura. Soprattutto in un ambiente come quello giapponese, dove il rapporto non è mai diretto ed esplicito, ma giocato su un’infinità di allusioni e negazioni che vogliono essere affermazioni, mantenere una relazione personale o di lavoro può essere veramente estenuante e richiede una solidità psicofisica non indifferente. Non a caso nell’ambiente dell’editoria i suicidi sono all’ordine del giorno. Noi molto spesso ci siamo dati in pasto alle critiche (vedi i famosi due anni di “ritardo” sui DVD di “Goldrake”) sacrificandoci come capro espiatorio per scelte che non avevano nulla a che fare col nostro volere, e lo facciamo spesso tutt’ora. È una logica estremamente difficile da capire o condividere in occidente, ma che dobbiamo accettare e subire in quanto editori giapponesi.


(...)


7-Critiche su critiche da parte di molti utenti riguardo le traduzioni dei manga o il doppiaggio degli anime che sopratutto nella fastlane del vostro sito si scatenano, accusandovi di aver tradotto male un nome, un titolo o addirittura di aver messo male qualche accento. Secondo te è un cercare il pelo nell'uovo?

Ognuno ha le proprie opinioni ed è giusto che le esprima. Noi cerchiamo di fare il nostro lavoro al meglio, però a volte capita che ci scappi un errore. Quello che mi rattrista di più è che sembra che si vada alla ricerca del pelo nell'uovo e sfugga invece la trave nell'occhio: la maggior parte dei manga e dei cartoni animati che si vedono in Italia non sono tradotti, ma "inventati", eppure il pubblico non si indigna, ma perde settimane e settimane a discutere su perché una persona dica "Grande Mazinger" invece di "Great Mazinger" (e poi magari si inventa castronerie come Daisuke "il grande crostaceo"). Quando ho letto l'intervento di un lettore che sosteneva che non riteneva grave tradurre - come ha fatto un altro editore - "Scaldate i motori" con "Oggi tira una brezza calda", ma trovava inaccettabile che “Synchroprotector” venisse tradotto con “Sincroprotettore", mi è sinceramente passata la voglia di perdere ore e ore di lavoro per verificare le traduzioni. Allora tanto vale che anche noi ce ne freghiamo degli autori, della nostra dignità di editori e del rispetto del pubblico e invece di perdere tempo e soldi a tradurre ci inventiamo i testi dei fumetti che pubblichiamo. Sicuramente guadagneremmo molto di più in salute psicofisica e in tintarella.

8-Non mancano anche le vostre accese critiche agli altri editori. Perché tanto fervore?

Ti faccio alcuni esempi. Se vai nelle fumetterie e guardi ad esempio i CD musicali con le sigle degli anime vedrai che sono quasi tutti pirata e hanno bollini SIAE con nomi di editori e distributori che sono anche nostri concorrenti; i primi DVD pirata di “Goldrake” e “Jeeg Robot” sono stati distribuiti da un grande editore italiano di manga. La competizione esiste quando si combatte ad armi pari: quando i tuoi concorrenti hanno la possibilità di finanziarsi attraverso la pirateria, è chiaro che si tratta di una lotta persa in partenza. Molti operatori giapponesi chiudono uno o entrambi gli
occhi di fronte a questi fatti, ed è per questo che noi lavoriamo
solo con gli autori o direttamente con gli amministratori dei nostri
fornitori giapponesi. In questi diciassette anni ho sentito fin troppe storie di responsabili degli uffici esteri degli editori e degli studios giapponesi che nei loro viaggi in Europa si ritrovavano nella camera d’albergo signorine nude gentilmente offerte da qualche editore locale, o che nella confezione della bottiglia di vino o dei dolci che ricevevano in regalo trovavano “casualmente” una mazzetta di banconote. Non metto in dubbio che anche autori e amministratori possano essere sensibili di fronte alla prospettiva di ritrovarsi qualche graziosa signorina sotto la doccia, ma alla fine le scelte editoriali che essi fanno vanno solo nell’interesse della loro opera o del profitto della loro azienda, senza che certi tentativi di corruzione facciano l’effetto che fanno invece su un semplice impiegato dell’ufficio esteri.
Mi permetto una digressione riguardo ai bollini SIAE, visto che c’è molta confusione in giro. Il fatto che un prodotto abbia il bollino non significa che esso è legale. Qualsiasi prodotto che NON lo abbia è sicuramente illegale, ma quando un editore presenta la domanda alla SIAE accompagnandola con contratti dai quali risulta che ha comprato i diritti dalla Kakapoko Corporation di Tokyo o dalla Bakibaki International di Osaka, la SIAE, nei dieci giorni che le sono concessi dalla legge per emettere in bollini, non ha la possibilità di verificare se quei contratti sono veri e falsi. Proprio per questo abbiamo lottato per anni per raggiungere un rivoluzionario accordo tra SIAE e ACCS giapponese, in base al quale SIAE sarà presto in grado di verificare la proprietà effettiva di tutti i diritti e dunque di rifiutare l’emissione del bollino a chi presenta documenti falsificati. È un passo fondamentale per portare la concorrenza in Italia a uno stato di equità, anche se, come è risaputo, continuano ad esistere editori che guadagnano comunque illegalmente ristampando opere di cui non hanno più i diritti.

9-Ci puoi raccontare dell'aggressione che hai subito qualche settimana fa, e se ha cambiato in qualche modo le tue consuete abitudini?

Cinque anni fa scoprimmo casualmente che un'azienda italiana aveva assoldato un'agenzia investigativa giapponese per pedinarmi e raccogliere informazioni, alla ricerca di una qualsiasi cosa di irregolare (tasse non pagate o altro) che potesse consentire loro di presentare una denuncia anonima e di fare in modo che io fossi sbattuto fuori dal Giappone. Trovammo i rendiconto di due mesi di pedinamenti, i miei estratti conto bancari, le dichiarazioni delle tasse e altro materiale che dovrebbe essere riservato e personale. Ci fu una persona che cercò di penetrare di notte nel nostro ufficio e scoprimmo che tutta la nostra mail veniva "spiata" dall’Italia e dal Belgio - cosa che poi si ripeté varie volte.
Questa volta, delle persone armate si sono appostate su entrambe le strade che conducono al nostro ufficio. Tengo a far notare, visto che qualcuno ha commentato che si tratta di “ordinaria delinquenza urbana”, che Tokyo è una città dove una ragazza può andare in giro da sola alle tre di notte senza temere nulla e che gli agguati armati, al di fuori delle lotte tra mafia, sono così rari che una cosa come quella che mi è capitata andrebbe a finire nei telegiornali se fossi
un giapponese invece di un "gaijin".
Il fatto che qualche settimana prima dell’agguato l’azienda italiana che al tempo mi aveva fatto pedinare abbia cominciato a inviare fax deliranti e minacciosi a Dynamic Planning e che il nostro ufficio sia stato bombardato da telefonate anonime, hanno condotto sia noi che la polizia alla conclusione che i mandatari di questa aggressione - che, ripeto, è assolutamente atipica per una città come Tokyo - siano proprio loro. Adesso, su indicazione della polizia, lavoro in un posto nascosto, lontano dall'ufficio e sorvegliato da agenti in borghese; esco solo di giorno - un dramma per uno come me che ama passeggiare di notte! - e spesso sono scortato, oppure indosso un giubbotto antiproiettile sotto i vestiti, cosa piuttosto scomoda in estate.

(...)

13-Puoi rivelarci in anteprima qualche uscita inedita dei prossimi mesi che sia manga o anime?
Riguardo ai dettagli, riserviamo gli annunci al nostro sito! Posso però confermare che abbiamo esteso il rapporto con Gentosha ad altri capolavori come “La canzone dell’innocente”, “God Save the Queen”, “Il labirinto di Morfeo” e altre opere di Trawar Asada. Credo che al momento abbiamo una ventina di titoli Gentosha in catalogo. Abbiamo inoltre ampliato il contratto con Ishimori Production per portare in Italia altri titoli di questo grande maestro; abbiamo poi ottenuto i diritti per l’opera omnia di un autore che troviamo geniale. Gli altri “indizi” li puoi rinvenire nella nostra politica editoriale: stiamo cercando di portare tutti quegli autori che hanno “fatto storia”, che hanno rappresentato momenti di rivoluzione o grande innovazione nel manga, perciò non possono mancare alcuni nomi che annunceremo presto.

Angelo Di Pino"


Autore---Belvetta----http://gonagai.forumfree.net/?t=18852232